Hai mai pensato che anche tu, mentre respiri, emetti luce? Non una luce qualunque, ma un bagliore sottilissimo che gli occhi non colgono, eppure reale. Un gruppo di ricercatori canadesi ha dimostrato che ogni essere vivente emette fotoni ultradeboli biologici (UPE). In pratica: brilla. Una luminosità delicata, invisibile a occhio nudo, che si attenua fino a spegnersi quando la vita lascia il corpo. Letteralmente: quando si muore, si smette di brillare. Gli strumenti di laboratorio hanno catturato questo fenomeno in topi e foglie, ma gli scienziati sono convinti che riguardi tutti: animali, piante e, naturalmente, anche noi esseri umani. Questa luce nasce dai processi vitali delle cellule, varia a seconda della salute e, forse un giorno, sarà usata per diagnosi non invasive. Ma al di là della scienza, non trovi che sia straordinario pensare che Dio ci abbia creati così: con una scintilla che ci abita e ci rende creature luminose? Il Vangelo lo aveva già intuito: “Voi siete la luce del mondo” (Matteo 5,14). Non è forse meraviglioso scoprire che le parole di Gesù non erano solo una metafora? Dentro di noi arde una luce che la scienza ora comincia a intravedere. E quando Gesù sul Tabor “fu trasfigurato: il suo volto brillò come il sole” (Matteo 17,2), forse ci ha mostrato cosa accade quando l’anima si lascia attraversare senza resistenze dalla gloria di Dio. Non a caso, nei secoli, artisti e credenti hanno raffigurato santi e profeti con aureole dorate. Non era fantasia, ma intuizione spirituale: quella luce era il segno visibile di un’anima che brillava più forte. Pensa a Raffaello e alla sua Trasfigurazione: Cristo avvolto in un alone luminoso che invade la tela. È la stessa intuizione che ritroviamo nella Madonna del Rosario, circondata da raggi dorati. Anche la scienza moderna, con elettroencefalogrammi ed elettrocardiogrammi, ci dice che siamo esseri elettrici, attraversati da impulsi e vibrazioni. In fondo, siamo creature fatte di polvere e luce. E se la luce si spegne con la morte, vuol dire che è la vita stessa – o forse l’anima – a brillare dentro di noi. E allora, non sottovalutarti mai: quando ami, quando perdoni, quando scegli il bene anche controcorrente, la tua luce diventa più intensa, capace di illuminare chi ti circonda. È proprio lì che si manifesta il miracolo: un’anima che brilla di Dio riesce a trasformare anche il buio più fitto in aurora. Io mi emoziono a pensarlo: siamo lampade accese nelle mani del Creatore. Piccole fiamme chiamate a non nascondersi, ma a illuminare. Perché non c’è notte che possa resistere alla luce che Dio ha posto in te. E allora ricorda: tu sei fatto per brillare. Sempre.

Sorpresa: gli scienziati scoprono la luce dell’anima

Hai mai pensato che anche tu, mentre respiri, emetti luce? Non una luce qualunque, ma un bagliore sottilissimo che gli occhi non colgono, eppure reale. Un gruppo di ricercatori canadesi ha dimostrato che ogni essere vivente emette fotoni ultradeboli biologici (UPE). In pratica: brilla. Una luminosità delicata, invisibile a occhio nudo, che si attenua fino a spegnersi quando la vita lascia il corpo. Letteralmente: quando si muore, si smette di brillare.

Gli strumenti di laboratorio hanno catturato questo fenomeno in topi e foglie, ma gli scienziati sono convinti che riguardi tutti: animali, piante e, naturalmente, anche noi esseri umani. Questa luce nasce dai processi vitali delle cellule, varia a seconda della salute e, forse un giorno, sarà usata per diagnosi non invasive. Ma al di là della scienza, non trovi che sia straordinario pensare che Dio ci abbia creati così: con una scintilla che ci abita e ci rende creature luminose?

Il Vangelo lo aveva già intuito: “Voi siete la luce del mondo” (Matteo 5,14). Non è forse meraviglioso scoprire che le parole di Gesù non erano solo una metafora? Dentro di noi arde una luce che la scienza ora comincia a intravedere. E quando Gesù sul Tabor “fu trasfigurato: il suo volto brillò come il sole” (Matteo 17,2), forse ci ha mostrato cosa accade quando l’anima si lascia attraversare senza resistenze dalla gloria di Dio.

Non a caso, nei secoli, artisti e credenti hanno raffigurato santi e profeti con aureole dorate. Non era fantasia, ma intuizione spirituale: quella luce era il segno visibile di un’anima che brillava più forte. Pensa a Raffaello e alla sua Trasfigurazione: Cristo avvolto in un alone luminoso che invade la tela. È la stessa intuizione che ritroviamo nella Madonna del Rosario, circondata da raggi dorati.

Anche la scienza moderna, con elettroencefalogrammi ed elettrocardiogrammi, ci dice che siamo esseri elettrici, attraversati da impulsi e vibrazioni. In fondo, siamo creature fatte di polvere e luce. E se la luce si spegne con la morte, vuol dire che è la vita stessa – o forse l’anima – a brillare dentro di noi.

E allora, non sottovalutarti mai: quando ami, quando perdoni, quando scegli il bene anche controcorrente, la tua luce diventa più intensa, capace di illuminare chi ti circonda. È proprio lì che si manifesta il miracolo: un’anima che brilla di Dio riesce a trasformare anche il buio più fitto in aurora.

Io mi emoziono a pensarlo: siamo lampade accese nelle mani del Creatore. Piccole fiamme chiamate a non nascondersi, ma a illuminare. Perché non c’è notte che possa resistere alla luce che Dio ha posto in te.

E allora ricorda: tu sei fatto per brillare. Sempre.

Alessandro Ginotta