Siamo un’eccezione. Sì, proprio tu. Proprio io. Proprio noi.
Guardati attorno: il cielo che ogni sera si colora d’arancio, il mare che respira con onde regolari, le montagne che sembrano toccare il cielo, gli alberi, gli uccelli, la tua città piena di vita… Tutto questo, tutto quello che vedi, tocchi, annusi, ascolti… è un’eccezione. Sai perché? Perché è fatto di qualcosa che i fisici chiamano “materia ordinaria” (o, per essere precisi, materia barionica). È la materia “normale”, quella di cui sono fatti gli atomi, quindi tutte le cose che conosciamo: persone, animali, piante, pianeti, stelle… Eppure, rappresenta solo il 5% dell’universo. Hai letto bene: il cinque per cento. E il restante 95%?
Beh… preparati a sorprenderti: il 27% dell’universo è composto da materia oscura, mentre il restante 68% è fatto di energia oscura. Due “cose” misteriose, invisibili, che non possiamo vedere, né toccare, né analizzare direttamente.
Ma allora… che cos’è questa “materia oscura”? È una forma di materia che non emette né assorbe luce, e dunque non possiamo “vederla” nel senso classico. Tuttavia, la sua presenza è innegabile: gli scienziati hanno scoperto che esercita un’influenza gravitazionale sulla materia ordinaria. In pratica, tiene insieme le galassie, impedendo che si disperdano. Se ci fossero solo le stelle e i pianeti che vediamo, l’universo sarebbe già esploso in mille pezzi. Ma la materia oscura è come una colla invisibile, che tiene tutto unito.
E l’energia oscura? Ancora più affascinante: è l’energia che “spinge” l’universo a espandersi. Se ne stesse lì, ferma, potremmo pensare a un universo statico. Invece no: l’universo si espande, e sempre più in fretta. È l’energia oscura a premere sull’acceleratore del tempo e dello spazio. Anche qui: non la vediamo, non la tocchiamo, ma i suoi effetti sono misurabili.
Se non ci fossero? Senza materia oscura, le galassie non starebbero insieme. Senza energia oscura, l’universo non si espanderebbe. In altre parole: nulla di ciò che conosciamo esisterebbe. Eppure, il paradosso è questo: ciò che rende possibile la nostra esistenza è proprio ciò che non vediamo.
E allora ti chiedo: se il 95% dell’universo è composto da realtà invisibili, sconosciute e, forse, per sempre inaccessibili ai nostri sensi… perché continuiamo ad ancorarci solo al 5% visibile? Perché ci ostiniamo a credere che esista solo ciò che possiamo misurare, fotografare, osservare? Se il 95% dell’universo sfugge alla nostra comprensione, perché dovrebbe sembrarci assurdo credere in Dio? Perché pensare che il mondo spirituale non possa esistere? Anzi: a ben guardare, è perfettamente coerente pensare che Dio agisca proprio lì, dove noi non possiamo arrivare, dove la nostra scienza si ferma, dove le nostre parole tacciono.
Io non mi stupirei, sai, se Dio interagisse proprio attraverso quella materia e quella energia oscura. Sarebbe perfino logico: l’invisibile che si manifesta nei suoi effetti, così come l’amore, così come la fede. Forse Dio ci circonda molto più di quanto immaginiamo, ci tiene insieme come la materia oscura tiene insieme le galassie, ci spinge avanti, come l’energia oscura spinge l’universo a crescere, ad andare oltre.
Sorprendente? Sì. Ma forse, anche, profondamente vero.
Alessandro Ginotta